Il Canto Bianco dell’Inverno: magia, silenzi, trasformazioni e segreti antichi
- Vamy

- 21 nov
- Tempo di lettura: 2 min

È proprio vero che quando scende la neve tutto diventa ovattato. Sembra proprio di tornare in un grembo. La neve ha un potere enorme; quel potere di rendere tutto più luminoso, di farci vedere le cose sotto una luce diversa, da nuovi punti di vista. È un po’ come l’appeso dei tarocchi. Arriva in silenzio e capovolge tutto. Capovolge la nostra realtà, ci cambia, ci trasforma nel più profondo del nostro animo.
E quando il mondo si lascia ricoprire da quel mantello bianco, sembra quasi che la Terra trattenga il respiro. È il regno dell’Inverno che si apre, e noi streghe ci ritroviamo davanti a un portale delicato, fatto di cristalli e silenzi, dove ogni passo affonda in un tempo diverso.
La neve è una vecchia maestra: ci invita a rallentare, a sprofondare dentro noi stesse, ad ascoltare ciò che giace sotto la superficie. Porta con sé un’energia di sospensione e rinascita latente. È l’attimo prima del seme che si spacca. È il vuoto fertile in cui la magia si rigenera. Per questo, nell’esoterismo, viene vista come una soglia tra mondi: acqua sospesa che si fa materia, luce che cade, benedizione gelata che purifica ciò che tocca. Ogni fiocco, con la sua geometria sacra, è un piccolo sigillo cosmico che ci ricorda l’ordine segreto del creato.

Nelle notti d’inverno le streghe ascoltano la neve come una voce antica: parlano di protezione, di nuovi inizi che dormono sotto il ghiaccio, di incantesimi da tessere con mani lente. Possiamo accogliere la sua energia accendendo candele bianche, lasciando riposare l’acqua fuori nella notte gelata per trasformarla in acqua di neve, camminando nei boschi in silenzio per purificare il campo energetico mentre il mondo riposa.
E poi c’è il folklore, pieno di storie che odorano di focolare e fiato che si trasforma in vapore: la neve che cade è segno che le divinità invernali stanno camminando sulla terra; che la Dama Bianca attraversa le valli con il suo velo di brina; che i nostri antenati tornano a visitare i vivi per portar consiglio. Molte tradizioni del nord narrano che sotto ogni strato di neve dorme uno spirito che veglia sul risveglio della primavera. E che chi sa camminare piano, senza spezzare l’incanto, può sentirne il sussurro.
Ho un legame molto forte con l’incanto che la neve crea; mi ricorda l’infanzia, gli inverni passati nella terra delle Janare, nei racconti di nonna che ci radunava intorno alla stufa, dell’ululato dei lupi che mia madre ascoltava nelle notti fredde e bianche su quelle montagne lontane, quando era piccola. E quindi oggi prendiamo la realtà così com’è, lenta come la neve, luminosa come le candele che scaldano e rischiarano i nostri pensieri…rallentiamo, celebriamo, respiriamo.
La neve non è solo freddo: è memoria, trasformazione, guarigione. Ci invita a restare, a proteggerci, a brillare piano. È l’Appeso che cambia la nostra realtà, sì… ma è anche la Papessa che custodisce il segreto, il silenzio fertile, la promessa del ritorno.

























Verissimo e I ricordi dell'infanzia ritornano, anche se non sono mai andati via. La neve ti dà pace, silenzio, ti fa meditare.
Grazie per questo messaggio, che racchiude in sé passato e presente; la stagione del riposo e dell'introspezione si avvicina e, con essa, la promessa della luce che tornerà ad illuminare le tenebre