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Agnes; la Strega di Straubing

  • Immagine del redattore: Vamy
    Vamy
  • 14 feb 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 14 ago 2024



Se segui le tradizioni antiche, potresti anche sapere che San Valentino (come tutte le ricorrenze odierne) è una festività che la Roma Pagana chiamava Lupercalia. Era un evento dedicato all'abbondanza, dove un gruppo di ragazzi si vestivano di pelli di capra ed andavano in giro per la città a frustrare le donne per favorire la fertilità. Oggi le frustrate sono state sostituite dai Baci Perugina. Ed io, da strega con una strana idea di romanticismo, voglio riportare proprio oggi una storia d'amore intensa e travagliata. Una vicenda, che personalmente, mi ha squarciato il petto e spezzato il cuore in mille pezzi. Riporto il racconto del libricino "Piccolo dizionario delle streghe", una piccola chicca poco conosciuta, che conserva al suo interno tante storie interessanti che riguardano le nostre care streghe.


Agnes Bernauer era la figlia di un cerusico di Augusta, ed era talmente bella che il duca Alberto III di Baviera, vedendola in occasione di un torneo, se ne innamorò. Dato però che i genitori volevano assolutamente che il figlio contraesse un matrimonio adeguato al suo rango, nel 1432 Alberto sposo segretamente l'amata. Quando il padre lo scoprì, tra i due nacque la discordia. Il giovane duca donò ad Agnes il castello di Straubing e annuncio pubblicamente che la fanciulla era diventata sua legittima sposa, nonché duchessa. Il padre, preoccupato per la propria successione, ricorse all'ultimo espediente rimasto, che all'epoca risultava estremamente efficace e del quale spesso veniva fatto un uso improprio: accusò Agnes di stregoneria, sostenendo che era riuscita a conquistare il cuore di suo figlio unicamente facendo ricorso a un diabolico filtro d'amore. La duchessa fu arrestata all'istante e condannata a morte per annegamento. Il 12 ottobre 1435, Agnes venne condotta sulle sponde del Danubio e gettata dal ponte di Straubing. Quando riemerse e invocò la grazia, un aiutante del boia le arrotolò una ciocca di capelli attorno a una pertica e spinse la malcapitata sott'acqua finché non dette più segni di vita. Il giovane Alberto, che in passato aveva fama di dongiovanni, in seguito a questa vicenda divenne un uomo oltremodo pio, e fece celebrare ai carmelitani una messa giornaliera. Nel corso dei secoli, questa triste storia d'amore, oltre a essere narrata in numerosi canti popolari, è diventata anche materia di opere teatrali e racconti letterari. Tra le varie trasposizioni, la più celebre è l'eponima Agnes Bernauer a opera di Friedrich Hebbel, in cui il padre di Alberto è rappresentato come un principe crudele ma in fondo onesto e retto, che si lascia indurre a compiere un gesto crudele solamente dall'apprensione per il bene del regno e dell'ordine voluto da Dio. Prima di firmare la condanna a morte, declama: «Per lei è una sciagura e a me non provoca gioia, ma in nome di tutte le vedove e di tutti gli orfani che una guerra produrrebbe, in nome di tutte le città che sarebbero ridotte in cenere, e dei villaggi che sarebbero distrutti, addio Agnes Bernauer!».


 
 
 

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